In occasione dell’assemblea dell’ONU sulla crisi climatica ho ascoltato diverse interviste a politici e industriali italiani. Essi affermavano: “sì dobbiamo fare qualcosa ma l’Italia pesa per solo l’1% delle emissioni globali di gas serra, quindi non contiamo molto, determinanti sono USA, Cina e India”.
Mettevano quindi le mani avanti per dire: “lasciateci in pace, fateci continuare ad inquinare, tanto siamo impotenti nei confronti della crisi climatica” globale.
L’Italia però non è impotente perché fa parte dell’Europa e anche se l’Europa pesa solo per il 10% delle emissioni globali, è però la maggiore economia del mondo nel suo complesso, più di Cina o USA, quindi il maggiore mercato dove tutti vogliono vendere.
Se l’Unione Europea introduce misure commerciali che impongono tasse sulle merci prodotte all’estero in paesi dove non sono tassati i combustibili fossili ad esempio, automaticamente avremo un impatto enorme a livello globale, un vero e proprio effetto domino. Gli altri paesi del mondo non vorrebbero regalare soldi ai cittadini europei pagando queste tasse per commerciare con noi e quindi modificherebbero le proprie leggi per non subire queste misure commerciali introducendo tasse sulle fossili.
Può sembrare un discorso complicato, ma in sintesi noi abbiamo potere contrattuale per modificare le leggi di tutto il mondo e l’Italia può diventare leader in questo senso. Nel mio libro “Il Primo Follower” andrò più nel dettaglio di questa proposta affrontando anche le principali obiezioni.
Come cittadini possiamo spingere i Governi italiani in questa direzione e quindi anche noi non abbiamo scuse e non possiamo affermare di essere impotenti.
La Rivoluzione Ambientale è nelle nostre mani.