In un precedente articolo ho spiegato perché gli incentivi, ad esempio quelli alle energie rinnovabili, da soli non bastano per cambiare l’economia in tempo per fermare la crisi climatica, servono anche i disincentivi che penalizzino adesso le scelte dannose per l’ambiente.
Non possiamo sperare neppure solo nelle nuove tecnologie per fermare entro 10 anni la crisi ambientale. Servono anche modifiche strutturali del nostro modo di consumare risorse, indirizzando le scelte mondiali di 7,8 miliardi di persone verso abitudini molto più parsimoniose in termini di consumo di carburanti fossili e materie prime:
- le aziende e i turisti devono usare molto meno spesso gli aerei o percorrere meno km in aereo
- abbattere i consumi di energia nelle case e negli edifici commerciali/uffici
- comprare meno auto e usarle di meno, anche se elettriche (scegliendo invece mezzi pubblici, bicicletta ecc.)
- mangiare meno carne e cibi provenienti da molto lontano
- usare vestiti a basso impatto ambientale
Nell’elenco ho indicato scelte che non compromettono la nostra civiltà e il nostro sistema economico, semplicemente modificano alcuni lussi non indispensabili e a cui ci possiamo adattare facilmente.
Così avremo il tempo per sviluppare molte nuove tecnologie e sfruttare anche il fatto che tra pochi anni la popolazione mondiale incomincerà a diminuire in termini assoluti di numero facilitando una maggiore sostenibilità ecologica.